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Novità! I partiti “correggono” il governo

La notizia arriva in serata ma è di quelle destinate a lasciare un segno. Per la prima volta dall’inizio della legislatura il Parlamento è riuscito a ribaltare lo schema logico di una manovra finanziaria. Non era mai successo prima con Giulio Tremonti e neppure con Vittorio Grilli. Fino a oggi.
 
Le proteste per il Ddl Stabilità erano state numerose e pesanti. Lo stesso presidente del Consiglio, Mario Monti, non era sembrato granitico nel difendere l’impostazione del lavoro fatto dai tecnici di via XX settembre. Il Mef quindi esce pesantemente ridimensionato dal punto di vista politico. La resa è stata siglato dallo stesso Grilli al termine dell’incontro con i due relatori di Pdl e Pd (per il partito di Berlusconi c’era Renato Brunetta… figurarsi il povero ministro ed ex direttore generale tremontiano!) e con convitato di pietra il plenipotenziario di Casini, Gianluca Galletti.
 
Queste le principali novità emerse. Stop al taglio di un punto delle due aliquote più basse dell´ Irpef. Le risorse che erano destinate nella legge di stabilità a tale taglio saranno invece destinate a evitare l´aumento dell´Iva dal 10% all´11% e al taglio del cuneo fiscale (resta al momento l´aumento dell´Iva dal 21% al 22%). Marcia indietro, ovviamente è il caso di dire, a proposito della retroattività sulle detrazioni e deduzioni fiscali.
 
Prima del voto finale non è escluso che altri aggiustamenti possano essere concordati. Di certo c’è intanto che Pdl-Pd-Udc abbiano trovato una piattaforma comune su cui hanno ‘piegato’ il governo ed il tradizionalmente riottoso e impermeabile ministero dell’Economia. Francamente, in una giornata non particolarmente ricca di spunti positivi, ci sembra una buona notizia.

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